Categorie: Comunicati, LegalitàPublished On: 26 Gennaio 20160 Commenti7,3 min read
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Gianluca Perilli, consigliere del M5S Lazio, dichiara:

“Dopo il ricorso al TAR, di cui anche l’avvocatura dello Stato ha chiesto l’accoglimento, depositato dal nostro gruppo consiliare contro l’assoluzione di Zingaretti per la nomina illegittima di Agresti, e a seguito di un accesso agli atti ho appreso che  il presidente dell’ANAC Cantone, in una nota recapitata alla regione lo scorso dicembre, ha evidenziato “la contraddittorietà tra la determinazione finale assunta dal RPC (responsabile anti corruzione regione Lazio) e gli atti propedeutici all’adozione del provvedimento, contraddittorietà che denota una carenza di valutazione sull’elemento psicologico ravvisabile in capo al Presidente della regione Lazio. Nei confronti del quale, a parere dell’Autorità, si sarebbe dovuta configurare, almeno, la colpa per omesso controllo sulla veridicità delle dichiarazioni rese ai fini del conferimento dell’incarico”, aggiungendo che “dall’indagine della G.d.F emerge come il RPC, durante il procedimento sanzionatorio, sia stato oggetto di atti diretti e indiretti di influenza, volti ad indirizzarne comportamento.”
Con queste premesse ho depositato quindi un’interrogazione per sapere dal Presidente  quali atti diretti o indiretti di influenza abbia subito la responsabile anticorruzione e in che modo questi volessero influenzare il comportamento della stessa. Mi auguro che il Presidente, dopo aver pubblicizzato urbi et orbi la sua assoluzione e avere invece taciuto su questa nota, risponda rapidamente e chiaramente, senza stravolgere il senso delle dure parole di Cantone e senza aggrapparsi ai soliti specchi retorici.”

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