Nonostante il record di dirigenti esterni nominati da Zingaretti e il grande organico di supporto all’attività della Giunta, a via Cristoforo Colombo non si accorgono quasi mai di nulla se non siamo noi a segnalarlo; questa volta è toccato ai 300.000 euro destinati dall’ARSIAL ad un discutibile progetto di promozione dell’enogastronomia laziale.
Ora la Giunta s’indigna e s’impegna, peccato che però non l’abbia fatto almeno dopo aver risposto alla nostra interrogazione sostenendo che andava tutto bene. Il caso della Cappella Orsini è paradigmatico di come vanno le cose nel Lazio e nella Roma del PD: si prende un bene immobile di proprietà comunale, lo si affitta a canone irrisorio ad un privato che poi si mette ad organizzare attività che ricevono finanziamenti pubblici, un circolo lontano dall’essere virtuoso.
Non è la prima volta che denunciamo pubblicamente alcune pratiche di ARSIAL, che dietro al paravento della promozione dell’enogastronomia distribuisce prebende nei territori e paga inserzioni pubblicitarie sui giornali di partito. crediamo però che la misura sia ormai colma e non ci interessano le promesse della Giunta che, costretta all’angolo dall’opinione pubblica, fa promesse di bandi trasparenti. E’ arrivato il momento che qualcuno paghi per questi ‘inciampi’ a spese del pubblico erario e quel qualcuno ha nome e cognome, l’amministratore unico di ARSIAL: Antonio Rosati.
Lo dichiara Devid Porrello, capogruppo del M5S Lazio.
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