Categorie: MobilitàPublished On: 10 Luglio 20200 Commenti7,9 min read
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Il decreto del Governo ha delineato le grandi opere che si realizzeranno nel Lazio nei prossimi mesi, ma queste non rappresentano la panacea per tutte le criticità che interessano la nostra regione, soprattutto quelle legate alle antiquate linee ferroviarie, come è il caso della Roma Civita Castellana Viterbo.

Le notizie che circolano sul futuro di quella che, attualmente è una delle tratte più lente e meno sicure d’Italia non sono confortanti e cozzano con le dichiarazioni di intenti che la Giunta ha rilasciato nell’ultimo anno, da quando la linea ha subito le note limitazioni dovute alla carenza di sicurezza che hanno avuto gravi conseguenze per pendolari e studenti prima, durante e dopo il lockdown.

Non possiamo permetterci di far morire una linea ferroviaria che svolge un importante servizio interprovinciale e intercomunale, ma bisogna investire per portarla agli standard di questo secolo e dotare così il territorio di una infrastruttura utile tanto per i residenti quanto per i turisti. L’anno scorso ho percorso con il treno e il pullman sostitutivo i 102 km che dividono da Roma e Viterbo, viaggiando a passo d’uomo in paesaggi che avrebbero tutto da guadagnare dal suo recupero e tutto da perdere dalla sua soppressione.

I pendolari da mesi chiedono soluzioni e ricevono solo riduzioni di orari e promesse di nuovi treni, la regione si muova urgentemente con le altre istituzioni per ultimare il trasferimento a Cotral e per l’apertura dei cantieri, come auspicato in tutti gli atti che ho depositato su questo tema, non lasciando il compito di rilanciare la mobilità del Lazio solo ai decreti del Governo.

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